IL KURDISTAN BRUCIA! E il mondo se ne frega…

di Gianni Sartori

Come aveva denunciato pochi giorni fa (fine settembre 2018) il giornalista Nurcan Baysal “devastanti incendi boschivi provocati da operazioni militari imperversano da due mesi a Dersim, provincia curda nella Turchia orientale”. Senza naturalmente dimenticare che “Dersim, popolata da curdi aleviti, nel 1938 è stata teatro di un brutale massacro attuato dalle forze di sicurezza, un massacro in cui decine di migliaia di persone sono state uccise e sfollate”.

Circondata da montagne ricoperte da folte foreste, la città di Dersim quest’anno ha visto scoppiare i primi devastanti incendi boschivi in luglio nella zona di Aliboğazı. Ma – ricordava sempre Baysal – “né il governatore provinciale di Tunceli, né le autorità forestali, né nessun altra istituzione ufficiale ha fatto qualcosa per spegnere le fiamme”. Sono invece immediatamente intervenuti, lavorando alacramente e duramente, i volontari e le organizzazioni ambientalista locali.

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Un incontro con Ozlem Tanrikulu (Uiki Onlus) i Tommaso Baldo per ricordare Sakine Cansiz

(prima parte) di Gianni Sartori

Città in caduta libera quella “del Palladio”. Ancora una volta precipitata nell’abisso di una amministrazione di destra e dove poche realtà appaiono in grado di alimentare la fiammella residua di una – meritata – Medaglia d’oro alla Resistenza.

Un breve riepilogo. L’anno scorso, in settembre, piombava come un macigno la notizia dell’improvvisa scomparsa di Olol Jackson, un compagno attivo da decenni in difesa dei diritti umani, civili e sociali e dell’ambiente, figura trainante di tutta la lunga e significativa esperienza del Presidio No Dal Molin contro l’ennesima base militare statunitense.
Per dare continuità al suo impegno (totale, assoluto, una scelta di vita…), amici e compagni di Olol hanno avviato in quel di Vicenza un progetto per ampliare e sviluppare diritti, cultura, salute e sport.
L’associazione CARACOL OLOL JACKSON ONLUS è sorta per “offrire un sostegno culturale, sanitario e sociale nei nostri territori”. Obiettivo non da poco.
E spiegano: “Una decina di anni fa avremmo sviluppato un progetto di questa natura in Chiapas, in Palestina o in Kurdistan, oggi invece sentiamo la necessità di realizzarlo qui a seguito dell’aumento vertiginoso delle diseguaglianze”. Un segno premonitore dei tempi bui che incombono. Il nome “Caracol” si ispira chiaramente al Messico zapatista e “richiama proprio la costruzione quotidiana di istituzioni alternative e welfare dal basso, verso un modello di sviluppo sociale ed economico costruito su basi mutualistiche”.
Tra le iniziative – in parte già avviate, altre in progettazione – il torneo di calcio a 5 dedicato a Olol; “I sentieri del Caracol” (percorsi – a piedi si auspica – nella zona della “Gogna”); il festival “L’arma della memoria” (incontri e dibattiti sulle innumerevoli e variegate Resistenze all’arroganza del Potere); una biblioteca; un auditorium; l’archivio storico dei movimenti sociali vicentini (dove conservare la memoria storica delle lotte); una sala espositiva; aule-studio (per ospitarvi seminari, eventi, laboratori di promozione artistica e culturale)…

UNA CITTA’ CON PIU’ SALUTE E CON PIU’ SOCIALITA’
E ancora: sportello informativo socio- sanitario (entro il 2018, con il contributo di Emergency); ambulatorio medico solidale; consultoria; palestra (Yoga, Tai Chi…), sale dedicate alla promozione di stili di vita corretti e salutari.
Il tutto in quei determinanti e indispensabili “300 mq di sostegno al cittadino per accedere al servizio del territorio” perché “alla città di Vicenza serve un luogo per imparare a ripensarsi e rivedersi solidale e sociale (…) uno spazio conviviale dove coltivare relazioni e costruire comunità” ospitando anche altre associazioni che condividono i principi di Caracol. Uno spazio che si intende acquistare attraverso la raccolta di fondi e l’accensione di un mutuo.

Insomma, una pioggia, una cascata di idee, un cangiante arcobaleno per colorare il grigiore urbano dispensato a piene mani da amministratori e confindustriali. La posta in gioco è alta.

Ne riparleremo.

LA COMMUNE, KRONSTADT, ROJAVA…LA LOTTA CONTINUA

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E’ arrivato il momento: libertà per Ocalan! pace in Kurdistan!

Alla conferenza stampa del 5 settembre (nell’ambito della Campagna Mondiale per la Libertà di Öcalan: “E’ arrivato il momento!”) presso il Club della Stampa di Bruxelles, è intervenuto anche Arnaldo Otegi, noto esponente abertzale (sinistra indipendentista basca).
Otegi, a sua volta rinchiuso per anni nelle carceri spagnole, ha definito Öcalan “un esempio non solamente per il popolo curdo, ma un compagno e amico fonte di ispirazione per tutti coloro che operano per migliorare il mondo”.
Il coordinatore della coalizione indipendentista basca Euskal Herria Bildu, ha dichiarato: “Oggi mi trovo qui per esprimere il mio sostegno e quello delle donne e degli uomini del movimento indipendentista basco al compagno Abdullah Öcalan. Intendo approfittare di questa occasione per ribadire il nostro impegno a lavorare per la sua liberazione. Oggi siamo qui a Bruxelles per denunciare la repressione subita dal popolo curdo e la situazione del compagno Abdullah Öcalan. Io stesso ho trascorso più di 14 anni della mia vita in prigione per aver guidato la componente di sinistra e indipendentista del mio paese. E in base alla mia esperienza voglio esprimere pubblicamente la mia solidarietà e il mio sostegno a Abdullah Öcalan. Sappiamo bene che l’isolamento a cui lo sottopongono non rappresenta soltanto una punizione per lui, ma è anche un modo per punire il popolo curdo, per tentare di azzittirlo. Rappresenta anche con tutta evidenza una dimostrazione del livello repressivo esercitato dallo stato turco contro il popolo curdo per nascondere e schiacciare un conflitto che è essenzialmente politico e che esige una soluzione politica e democratica. In questo contesto vogliamo rinnovare il nostro appello a favore dei negoziati, dell’accordo e ci appelliamo ancora una volta alla comunità internazionale affinché si impegni nel promuovere una soluzione della questione curda”.

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BAKUR OPPRESSO E SFRUTTATO

di Gianni Sartori

Nel Bakur (territori curdi sotto amministrazione-occupazione turca) il partito di Erdogan (AKP) continua a saccheggiare e sfruttare le risorse naturali (petrolio, minerali…) di questa regione curda. Anzi, le operazioni di estrazione negli ultimi mesi hanno subito una significativa accelerazione.

In passato il Kurdistan – grazie anche alle sue abbondanti risorse naturali (acqua, terreni fertili, minerali…) – ha consentito a numerose comunità e civiltà di autodeterminarsi, garantendo sia ai curdi che ad altri popoli presenti nella regione i mezzi per svilupparsi autonomamente.

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La femminista Curda Gulizar Tasdemir estradata in Turchia

(di Gianni Sartori)

Mentre a Roma una responsabile delle YPG (le milizie di autodifesa popolare del Nord della Siria) è ricevuta dai parlamentari, un’altra militante curda viene estradata in Turchia (dove rischia non solo una lunga carcerazione, ma anche maltrattamenti e torture) dalla Norvegia.

Mercoledì 4 luglio (disumanamente ammanettata mani e piedi nonostante le sue gravi condizioni di salute) la femminista curda Gulizar Tasdemir è stata consegnata ai carcerieri.

Che valutazione dare di tale decisione? Definirla una vergogna è soltanto un pietoso eufemismo.

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