Comunicato stampa di Paolo Benvegnu’ (SAL)

I risultati elettorali ci consegnano, in Veneto, una straripante vittoria di Zaia e della sua lista. Ci sarà tempo per vederne gli effetti sul piano politico nazionale, ma appare già dalle dichiarazioni di Achille Variati, ad urne ancora calde, la ricerca di una interlocuzione da parte di chi, in Veneto, dovrebbe rappresentare l’opposizione, che ancora una volta, in questa regione, camminerà soprattutto sulle gambe dei conflitti ambientali e sociali.

In questa tornata elettorale abbiamo cercato di dare visibilità a una proposta politica e programmatica di radicale alternativa, con la consapevolezza che questo era per noi l’obiettivo principale, conoscendo le condizioni di particolare difficoltà di ottenere un risultato che ci consentisse di entrare in consiglio regionale.

Abbiamo sempre detto che questa per noi era una stagione di semina necessaria a preparare le battaglie che ci aspettano per il futuro.

Siamo convinti che le contraddizioni sistemiche, legate allo sfruttamento insostenibile della natura e del lavoro, dispiegheranno tutti i loro effetti e questo sarà ancora più evidente nella nostra regione già pesantemente segnata dalle politiche predatorie di cui è responsabile il blocco sociale e politico dominante. La proposta politica di una soggettività rosso-verde, radicalmente alternativa al centro-destra come al centro-sinistra, radicata nei conflitti sociali ed ambientali e in difesa dei ceti popolari, rappresentata nella lista SOLIDARIETÀ AMBIENTE LAVORO, è un primo coagulo organizzativo, di cui Rifondazione Comunista e PCI sono stati i promotori, e non chiude la sua storia in questa vicenda elettorale.

Abbiamo pagato lo scotto della miseria dei mezzi di cui disponiamo e il ritardo con cui abbiamo resa pubblica la nostra proposta, ma al di là dei risultati elettorali, che non sono lontani dalle nostre aspettative, siamo convinti di aver consolidato interesse e rispetto in molte cittadine/i veneti.

Andiamo avanti.

Paolo Benvegnù

ANCHE NOI SIAMO DENIS

COMUNICATO STAMPA della Lista Solidarietà Ambiente Lavoro di Vicenza

Abbiamo aspettato un paio di giorni prima di dire la nostra sulla questione di Denis, il giovane operaio arrestato a Vicenza in modo violento e pericoloso, , ma al di fuori dei ragazzi del Bocciodromo che hanno manifestato in piazza, nessuna altra forza politica sembra essersi scandalizzata per l’atteggiamento delle forze dell’ordine, in particolare del poliziotto che ha assalito il ragazzo, e tutti hanno detto che l’arresto è stato giusto. Nessuno ha detto che forse in un periodo così difficile la polizia dovrebbe assolvere a compiti molto più importanti che importunare ragazzi per strada.

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Partiamo dalle immagini che ho appena visionato e che non mentono, anzi smentiscono le parole della polizia che descrivono una persona che “oppone resistenza a pubblico ufficiale”. Si vede il poliziotto rincorrere il giovane che si allontana, dirgli qualcosa; da subito si capiscono le intenzioni del poliziotto, tutti le hanno capite, difatti una voce femminile dice a Denis di andarsene. E subito dopo il poliziotto (in divisa…da passeggio), come al solito non identificabile (a quando una legge che imponga la identificazione degli uomini in divisa?) afferra il ragazzo per il collo, lo getta a terra, lo blocca soffocandolo. Chi di noi, in una situazione del genere non cercherebbe di liberarsi, di evitare il soffocamento, di non farsi fare del male? Io lo avrei fatto, io mi sarei comportato come Denis, avrei provato a divincolarmi per difendermi da un assalto inusitato, fuori luogo, ma pare che agli inermi non sia permesso difendersi, pena l’arresto e il processo.

Un ragazzo nero non può che essere un delinquente, avrà pensato il poliziotto, e poi con tutti quei neri attorno… non possono che essere spacciatori, una gang. Inutili le parole di difesa del questore Messineo sulla questione xenofoba, era chiaro l’atteggiamento razzista nei confronti di Denis. Se al suo posto ci fosse stato un figlio di papà, bianco, che rideva come stava ridendo Denis, il poliziotto lo avrebbe preso per il collo soffocandolo e sbattendolo per terra? La nostra risposta è NO, senza tema di smentita.

Messineo difende l’operato della polizia, che altro può fare un ufficiale di polizia… parla di microcriminalità in città! Certo a Vicenza c’è microcriminalità, come in tutta Italia ma i piccoli criminali sono bianchi e neri, Italiani e Stranieri indifferentemente, maschi e femmine. Ed a Vicenza si aggiungano pure le tensioni che marines statunitensi ubriachi o anche semplicemente violenti creano in città. Perché il nostro eroico “poliziotto judoka” che fa il gradasso con un ragazzino, perché a 21 anni uno è ragazzino, non apostrofa e poi arresta allo stesso modo qualche soldatino d’oltreoceano? Abbiamo la sensazione che sarebbe mandato a dirigere il traffico su strade secondarie.

Non è la prima volta che nella nostra vita di militanti assistiamo, subendoli, ad atteggiamenti intimidatori delle forze dell’ordine senza alcuna ragione, solo perché loro hanno una divisa che li protegge e qualsiasi cosa si faccia o si dica per propria difesa personale diventa subito “resistenza a pubblico ufficiale”.

Noi stiamo dalla parte di Denis e auspichiamo che il processo-farsa che si terrà faccia piena chiarezza sulle indubbie responsabilità del poliziotto che avrebbe il compito di proteggere i cittadini, non di assalirli, qualsiasi sia il colore della loro pelle

Solidarietà – Ambiente – Lavoro Provincia di Vicenza

PER UNA LISTA REALMENTE ALTERNATIVA

Dopo diverse vicissitudini e difficoltà, un percorso irto di incognite e di inciampi per la costruzione di una lista comune con il Forum Ambientalista, con movimenti sociali e con persone transfughe dal M5S; dopo avere veramente creduto che per una volta, alla sinistra del PD si sarebbe presentata una unica lista alternativa ci siamo scontrati con la dura realtà di compagni di strada che forse non erano sicuri tanto quanto noi del percorso intrapreso, forse pensavano che si potessero proporre orizzonti alternativi ma senza troppo disturbare i padroni del vapore, forse alcuni si erano presi troppo sul serio e avevano pensato di potere gestire in modo personalistico il percorso; dopo tutto questo Rifondazione Comunista e il Partito Comunista Italiano hanno intrapreso la strada della costruzione di una lista comune, anche in questo caso collegata ai movimenti sociali, che potesse rappresentare le istanze ambientaliste, le problematiche del lavoro viste in chiave anticapitalista, l’idea di solidarietà culturale e politica oltre che sociale.
Sappiamo che il percorso sarà difficile, a causa anche dello scoglio della raccolta di firme necessarie alla presentazione; una  raccolta mai così difficile da effettuarsi in 15 giorni, in pieno agosto, prigionieri dei voleri del dittatorello di turno che risponde al nome di Zaia e che sta ritardando l’indizione dei comizi elettorali fino oltre il lecito, per potere mettere in difficoltà chiunque voglia fare campagna elettorale,e cercando di essere l’unico concorrente tanto lui e il suo partito sono in video dalla mattina alla sera, da 3 mesi a questa parte, in una lunghissima campagna elettorale senza precedenti fatta sfruttando la crisi sanitaria e cambiando idea ad ogni passo, a seconda degli umori delle imprese, dei potentati economici, di Confindustria, di chiunque lo tirasse per la giacca.
In questa situazione di GRAVISSIMA crisi economica, sociale, sanitaria e culturale, mai vista prima, noi presenteremo la lista “SOLIDARIETA’ – AMBIENTE – LAVORO”, coerentemente con la nostra scelta politica  e con la nostra militanza e internità alle lotte sul territorio, del lavoro e ambientali. La coerenza tra il DIRE E IL FARE è la nostra cifra, la nostra pietra angolare.
SAREMO IN PIAZZA DEI SIGNORI, SABATO DALLE 11.30 PER PRESENTARE I COMPONENTI DELLA LISTA PROVINCIALE.
SARA’ PRESENTE IL NOSTRO CANDIDATO PRESIDENTE PAOLO BENVEGNU’.
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Oppositori e Risponditori Automatici

Risale a ieri questo articolo apparso su VicenzaPiù, a firma di Italo Francesco Baldo, dove si descrive la seguente fenomenologia abbastanza precisa avente a che fare con le dinamiche tra Giunta e (apparente) opposizione all’interno del Consiglio del Comune di Vicenza.

Sembrava che Otello Dalla Rosa dovesse diventare il capo dell’opposizione al sindaco Francesco Rucco e alla sua Giunta. Dobbiamo constatare invece che tre sono i capi dell’Opposizione. Ciro Asproso, Raffaele Colombara e Giovanni Rolando, che, attivissimi, quasi quotidianamente ora l’uno ora l’altro attraverso i mass media intervengono per criticare questo o quel provvedimento o anche solo l’ipotesi di una delibera della attuale amministrazione Comunale. certo costoro interpretano il ruolo dell’opposizione come quello di essere “contrari” per definizione a quanto non da loro pensato.

Ora, per un militante di Potere al Popolo, la domanda suona spontanea: di cosa ci stupiamo? Se la politica comunale è oggi dettata dalle esigenze di palazzinari e cementificatori, che finanziano le campagne elettorali di Tizio e Sempronio a seconda delle possibilità di riceverne compensi in forma di deroghe, appalti, condoni, permessi a sbranare città e quartieri nel nome del puro interesse economico e speculativo, per quale ragione ci si dovrebbe appassionare rispetto a politiche di opposizione fatte di temi concreti?

Le elezioni sono finite. Il sindaco è stato scelto. Tanto vale menare il can per l’aja e monetizzare per quel che possibile la politica di mestiere. I leader tornino alle loro mansioni, peraltro ben più redditizie.

Il centrosinistra si limita a blaterare il contrario del centrodestra per una ragione semplicissima: non porgendo alcuna diversità rispetto all’avversario, può solo parlarne male, non avendo argomenti. Non dimentichiamoci mai che la campagna elettorale di Otello Dalla Rosa è iniziata prima di quella di Francesco Rucco, e ha mobilitato una quantità di risorse mediatiche, organizzative e logistiche per molti versi superiori. La sconfitta, dunque, peraltro consumata per pochi punti percentuali, brucia certamente ancora, e tanto. Nell’era dell’assenza di un finanziamento pubblico ai partiti, risulta chiaro quanto la sensatezza politica di Dalla Rosa sia ben lontana dal mero ruolo di capo dell’opposizione vicentina a Rucco, e faccia rima con i finanziamenti che ovviamente sono giunti da gente che, in Dalla Rosa sindaco, ci contava, e non certo per ragioni ideologiche. Questa dinamica è l’immediato corollario di una politica “presunta di sinistra” che oggi punta tutto su manager che si dicono socialisti, su magnati dello sport e della grande distribuzione, su cloni rossobruni di quel berlusconismo iniziato venticinque anni fa che oggi, interrotto dall’evidente disfacimento del suo amministratore unico originario, continua nel centrosinistra (o in quello che ne resta) ciò che è iniziato altrove, ovvero si propaga attraverso gente che, una volta sconfitta, ha di meglio da fare che una banale opposizione da risponditore automatico.

L’automatismo autoreferenziale, cioè il gioco delle parti di una politica ormai fatta dalle alte sfere per interessi che mai toccheranno gli abitanti, è una dinamica che deve essere rapidamente smantellata. Vogliamo una rottamazione vera. Non come quella predicata da Renzi, che ha rottamato tutti, tranne sé stesso.

A Vicenza Potere al Popolo c’è, anche se le elezioni sono finite, e le sue risposte saranno sempre rivolte alla gente, e non a chi, da destra e da sinistra, si è lentamente mangiato la città.

IL KURDISTAN BRUCIA! E il mondo se ne frega…

di Gianni Sartori

Come aveva denunciato pochi giorni fa (fine settembre 2018) il giornalista Nurcan Baysal “devastanti incendi boschivi provocati da operazioni militari imperversano da due mesi a Dersim, provincia curda nella Turchia orientale”. Senza naturalmente dimenticare che “Dersim, popolata da curdi aleviti, nel 1938 è stata teatro di un brutale massacro attuato dalle forze di sicurezza, un massacro in cui decine di migliaia di persone sono state uccise e sfollate”.

Circondata da montagne ricoperte da folte foreste, la città di Dersim quest’anno ha visto scoppiare i primi devastanti incendi boschivi in luglio nella zona di Aliboğazı. Ma – ricordava sempre Baysal – “né il governatore provinciale di Tunceli, né le autorità forestali, né nessun altra istituzione ufficiale ha fatto qualcosa per spegnere le fiamme”. Sono invece immediatamente intervenuti, lavorando alacramente e duramente, i volontari e le organizzazioni ambientalista locali.

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TBC nel vicentino, quante bugie e FAKE NEWS

Comunicato Stampa di Potere al Popolo! 20 settembre 2018

Nei giorni scorsi alcuni giornali locali hanno emesso diversi comunicati sul fatto del giovane migrante nero, sparito da una struttura di accoglienza di Sandrigo, ammalato di Tubercolosi.
I primi articoli, apparsi l’11 di settembre sul Giornale di Vicenza e sul Gazzettino, hanno comunicato che il presidente del Consiglio del Veneto, Roberto Ciambetti, era molto preoccupato di questo fatto che avrebbe provocato il diffondersi della Tbc. Il fatto era diventato anche un caso nazionale, poiche aveva suscitato grande ira nel ministro dell’Interno Matteo Salvini. Si comunicava che i casi di Tbc nel vicentino in tre anni erano quasi triplicati.

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Un incontro con Ozlem Tanrikulu (Uiki Onlus) i Tommaso Baldo per ricordare Sakine Cansiz

(prima parte) di Gianni Sartori

Città in caduta libera quella “del Palladio”. Ancora una volta precipitata nell’abisso di una amministrazione di destra e dove poche realtà appaiono in grado di alimentare la fiammella residua di una – meritata – Medaglia d’oro alla Resistenza.

Un breve riepilogo. L’anno scorso, in settembre, piombava come un macigno la notizia dell’improvvisa scomparsa di Olol Jackson, un compagno attivo da decenni in difesa dei diritti umani, civili e sociali e dell’ambiente, figura trainante di tutta la lunga e significativa esperienza del Presidio No Dal Molin contro l’ennesima base militare statunitense.
Per dare continuità al suo impegno (totale, assoluto, una scelta di vita…), amici e compagni di Olol hanno avviato in quel di Vicenza un progetto per ampliare e sviluppare diritti, cultura, salute e sport.
L’associazione CARACOL OLOL JACKSON ONLUS è sorta per “offrire un sostegno culturale, sanitario e sociale nei nostri territori”. Obiettivo non da poco.
E spiegano: “Una decina di anni fa avremmo sviluppato un progetto di questa natura in Chiapas, in Palestina o in Kurdistan, oggi invece sentiamo la necessità di realizzarlo qui a seguito dell’aumento vertiginoso delle diseguaglianze”. Un segno premonitore dei tempi bui che incombono. Il nome “Caracol” si ispira chiaramente al Messico zapatista e “richiama proprio la costruzione quotidiana di istituzioni alternative e welfare dal basso, verso un modello di sviluppo sociale ed economico costruito su basi mutualistiche”.
Tra le iniziative – in parte già avviate, altre in progettazione – il torneo di calcio a 5 dedicato a Olol; “I sentieri del Caracol” (percorsi – a piedi si auspica – nella zona della “Gogna”); il festival “L’arma della memoria” (incontri e dibattiti sulle innumerevoli e variegate Resistenze all’arroganza del Potere); una biblioteca; un auditorium; l’archivio storico dei movimenti sociali vicentini (dove conservare la memoria storica delle lotte); una sala espositiva; aule-studio (per ospitarvi seminari, eventi, laboratori di promozione artistica e culturale)…

UNA CITTA’ CON PIU’ SALUTE E CON PIU’ SOCIALITA’
E ancora: sportello informativo socio- sanitario (entro il 2018, con il contributo di Emergency); ambulatorio medico solidale; consultoria; palestra (Yoga, Tai Chi…), sale dedicate alla promozione di stili di vita corretti e salutari.
Il tutto in quei determinanti e indispensabili “300 mq di sostegno al cittadino per accedere al servizio del territorio” perché “alla città di Vicenza serve un luogo per imparare a ripensarsi e rivedersi solidale e sociale (…) uno spazio conviviale dove coltivare relazioni e costruire comunità” ospitando anche altre associazioni che condividono i principi di Caracol. Uno spazio che si intende acquistare attraverso la raccolta di fondi e l’accensione di un mutuo.

Insomma, una pioggia, una cascata di idee, un cangiante arcobaleno per colorare il grigiore urbano dispensato a piene mani da amministratori e confindustriali. La posta in gioco è alta.

Ne riparleremo.

LA COMMUNE, KRONSTADT, ROJAVA…LA LOTTA CONTINUA

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Presidio di solidarietà al Popolo Palestinese, sabato 22 settembre

FUORI ISRAELE DALLA FIERA DELL’ORO DI VICENZA

L’Ente Fiera di Vicenza non sia complice dell’occupazione israeliana e ritiri la disponibilità ad ospitare Israele!

Dal 22 a 26 settembre 2018 a Vicenza si svolgerà l’annuale Fiera dell’Oro. Un evento imponente che proseguirà per 5 giornate con convegni e conferenze: 25.000 metri quadrati di esposizioni, 19.000 presenze attese tra espositori e acquirenti internazionali provenienti da 115 paesi. I numeri danno l’idea della rilevanza dell’evento!

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E’ arrivato il momento: libertà per Ocalan! pace in Kurdistan!

Alla conferenza stampa del 5 settembre (nell’ambito della Campagna Mondiale per la Libertà di Öcalan: “E’ arrivato il momento!”) presso il Club della Stampa di Bruxelles, è intervenuto anche Arnaldo Otegi, noto esponente abertzale (sinistra indipendentista basca).
Otegi, a sua volta rinchiuso per anni nelle carceri spagnole, ha definito Öcalan “un esempio non solamente per il popolo curdo, ma un compagno e amico fonte di ispirazione per tutti coloro che operano per migliorare il mondo”.
Il coordinatore della coalizione indipendentista basca Euskal Herria Bildu, ha dichiarato: “Oggi mi trovo qui per esprimere il mio sostegno e quello delle donne e degli uomini del movimento indipendentista basco al compagno Abdullah Öcalan. Intendo approfittare di questa occasione per ribadire il nostro impegno a lavorare per la sua liberazione. Oggi siamo qui a Bruxelles per denunciare la repressione subita dal popolo curdo e la situazione del compagno Abdullah Öcalan. Io stesso ho trascorso più di 14 anni della mia vita in prigione per aver guidato la componente di sinistra e indipendentista del mio paese. E in base alla mia esperienza voglio esprimere pubblicamente la mia solidarietà e il mio sostegno a Abdullah Öcalan. Sappiamo bene che l’isolamento a cui lo sottopongono non rappresenta soltanto una punizione per lui, ma è anche un modo per punire il popolo curdo, per tentare di azzittirlo. Rappresenta anche con tutta evidenza una dimostrazione del livello repressivo esercitato dallo stato turco contro il popolo curdo per nascondere e schiacciare un conflitto che è essenzialmente politico e che esige una soluzione politica e democratica. In questo contesto vogliamo rinnovare il nostro appello a favore dei negoziati, dell’accordo e ci appelliamo ancora una volta alla comunità internazionale affinché si impegni nel promuovere una soluzione della questione curda”.

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