(Gianni Sartori)
Anche sui Colli Berici sta dilagando la “fabbrica diffusa” delle speculazioni vinicole: devastanti per il paesaggio e altamente inquinanti.
Colli Berici, a sud di Vicenza. E in particolare la fascia che sovrasta la Riviera Berica. Ne parlo in quanto cittadino, non certo esperto di chimica o agricoltura industriale (l’aggettivo è obbligatorio di questi tempi). Da persona che un giorno sì e un altro anche deve precipitarsi a chiudere finestre e balconi per arginare il pestilenziale aerosol che uomini in tuta bianca (e maschera antigas dal doppio filtro) spandono con gli atomizzatori spensieratamente lungo i filari a pochi metri dalle abitazioni. Irrorando anche gli ignari pedoni o ciclisti che transitano sulle “pedemontane” (pista ciclabile compresa). In teoria, ma solo in teoria, ci sarebbero delle distanze (comunque già scarse) da rispettare: 30 metri in primavera e 20 in estate da strade e case. Ma siamo nel profondo Nordest…qua la gente lavora, cazzo!
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